Un mare di parole

Eugenio Montale 

MEDITERRANEO

6702_549331435099608_716772322_n

Antico, sono ubriacato dalla voce

ch’esce dalle tue bocche quando si schiudono

come verdi campane e si ributtano

inditetro e si disciolgono.

La case delle mie stati lontane,

t’era accanto, lo sai

là nel paese dove il sole cuoce

e annuvolavano l’aria le zanzare.

Come allora oggi la tua presenza impietro,

mare . ma non più degno,

mi credo del solenne ammonimento

del tuo respiro. tu m’hai detto primo

che il piccino fermento

del mio cuore non era che un momento

del tuo; che mi era in fondo

la tua legge rischiosa: esser vasto e diverso

e svuotarsi così d’ogni lordura

come tu fai che sbatti sulle sponde

tra sughere alghe asterie

le inutil macerie del tuo abisso.

Poesie d’estate

VENTO D’ESTATE

di G. Camerana

312184_508469502552277_994417249_n

Il pioppo nell’azzurro

è un vivo tremolio grigio e argento;

fa in mezzo ai rami il vento

lento sussurro.

Per la marea dorata

delle messi, olmi e noci hanno sembianza

grave; la lontananza

splende infiammata.

Rosseggia il cascinale

fra pianta e pianta; il muricciol di creta

piove una larva quieta

dentro il canale .

Verranno le luccioline

stasera, or pieno è il prato di farfalle:

candide, glauche e gialle

grandi e piccine.

Un mare di parole

Giovanni Pascoli 

MARE

finestra_sul_mare

M’affaccio alla finestra, e vedo il mare;

vanno le stelle, tremolano l’onde

Vedo stelle passare, onde passare;

un guizzo chima, un palpito risponde.

Ecco sospira l’acqua, alita il vento;

sul mare è apparso un bel ponte d’argento.

Ponte gettato sui laghi sereni,

per chi dunque sei fatto e dove meni ?

Poesie d’estate

ESTIVA 

di Vincenzo Cardarelli

28145_580425888663061_382311570_n

Distesa estate,

stagione dei densi climi

dei grnadi mattini,

dell’albe senza rumore –

ci si risveglia come in un acquario –

deigiorni indentici, astrali,

stagioen la meno dolente

d’oscuramenti e di crisi,

felicità degli spazi,

nessuna promessa  terrena

può dare pace la mio cuore

quanto la certezza di sole

che dal tuo cielo trabocca;

stagione estrema, che cadi,

prostata in riposti enormi;

dai oro ai più vasti sogni,

stagioen che proti la luce

a distendere il tempo

di là dai confini del giorno,

e sembri mettere a volte

nell’orgine che procede

qualche cadenza dell’indugio eterno.

Paese d’estate

PAESAGGIO 

di Diego Valeri

580490_520482727990329_1284442134_n

Lungo, la spiaggia di sabbia fine,

sull’orlo di un mare a pecorelle,

lento procede in triplice fila

un branchettino di paperelle.

vanno di paso regolare

come un collegio di chierichini,

girano sola la testa, a beccare

pallidi insetti salterini.

Dietro  c’è un mare ch efreme selvaggio,

sopra c’è un sole che avvampa in leone.

Restano a traccia del lieve paesaggio,

tante crocette a fior del sabbione.