ULTIMO GIORNI D’ESTATE
di H. Hesse
Nonostante il clado opprimente di questi fiorni, sto molto fuori.
So fin troppo bene quanto questa bellezza sia effimera,
come rapidamente si accomiata ed io sono così bramoso,
così avido di questa bellezza dell’esate che declina !
Vorrei vedere tutto, toccare tutto, odorare e assaporare
tutto ciò che questo rigoglio estivo offre,
vorrei conservare tutto questo e tenermelo per l’inverno,
per i giorni e gli anni futuri, per la vecchiaia.
In giardino, sulla terrezza, sulal torreta sotto la meridiana,
ogni giorno sto seduto per ore, e con matite e penna,
con pennello e colori disegno accuratamente le ombre mattutine
sulla scala del giardno e le controsioni dei grossi serpenti
del glicine e cerco di riprodurre le lontane, limpidi tinte
delle montagne al crepuscolo, diafane come un sospiro
eppure fulgide come gioielli.
quindi rientro incasa stanco, molto stanco,
e quando la sera metto i miei fogli nella cartella,
quasi mi dà tristezza vedere quanto poco del tutto
ha potuto segnare e fissareper me.
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